Biografia di Tullio Ducati
Tullio Ducati nasce a Trento il 27/07/1922 ed a 4 anni di età arriva con i suoi genitori a Bolzano. Per un breve periodo, fino a 15 anni, vive a Salisburgo.
A Trento si diploma in Ginnasio, presso il collegio dei Francescani. Dopo la guerra lavora per un anno in Belgio, quindi come rappresentante per una nota azienda internazionale a Verona, Bolzano, Francoforte ed Innsbruck. Vive a Bolzano, con la moglie Laura e quattro figli.
Visse a Bolzano, con la moglie Laura ed i quattro figli.
Durante i suoi viaggi di lavoro all’estero, conobbe Josef Oberbach e ne frequentò i corsi, apprendendo le prime nozioni di radiestesia e ne rimase attratto, tanto che, nel 1987, ormai in pensione, accettò di buon grado l’idea di Monsignor Heinrich Forer, vescovo ausiliario di Bolzano (Campo Tures 1913 - Bolzano 1997), di istituire l’attuale Associazione, della quale restò presidente fino alla sua morte, avvenuta a Bolzano il 28/05/2012.
Negli anni ottanta conobbe Cedric Stark, figlio di Walter Stark, di cui aveva letto e studiato i trattati sull’applicazione dei magneti ad uso curativo e sulle ricerche dei fenomeni paranormali eseguite tramite la radiestesia: a Walter Stark verrà intitolata l’Associazione.
Dotato di notevole intuizione, fu una vera e propria miniera di scoperte, in campo orgonico soprattutto, e di metodologie radiestesiche.
Numerosi furono i corsi che tenne a Bolzano e nelle più remote località d’Italia, dalla Puglia alla Lombardia, dalla Romagna al Veneto, come lo sono anche i convegni a cui venne invitato a presenziare.
Realizzò il circuito oscillante Laduc (da Lakhovsky e Ducati) ed i Duorgen, piastrine caricate di Energia Orgonica e contenenti informazioni particolari.
Fino a due anni dalla sua morte fu sempre presente alle riunioni mensili dei Soci dell’Associazione, dove non mancò mai di sorprendere con nuove scoperte ed applicazioni.
Dotato di forte carisma, anche se ad una prima vista poteva apparire burbero, mostrò subito la sua vera personalità: gioviale, generoso, galante con il sesso femminile, premuroso nell’aiutare chiunque glielo chiedesse, felice di poter trasmettere a chiunque le proprie esperienze e scoperte.
Fu però anche esigente nel pretendere sicurezza e competenza nei propri allievi: “in radioestesia”, diceva, “si può sbagliare solo su se stessi, mai quando si interviene su altri!”